Di Francesca Carnieletto
Proseguiamo il percorso di allenamento alla flessibilità psicologica proposto da Francesca Carnieletto con il suo appuntamento dedicato a genitori e famiglie. Scopriremo insieme l’ultimo processo ACT e come allenarlo, ovvero il Sé come Contesto. Come sempre, anche oggi avremo a disposizione una scheda esercizio…
Lettura consigliata a: genitori, famiglie
Il processo ACT, noto anche come Acceptance and Commitment Therapy (da qui l’acronimo ACT), è una forma di psicoterapia sviluppata da Steven C. Hayes nel 1986 e punta a migliorare la flessibilità psicologica, ossia la capacità di rimanere in contatto con il momento presente e di agire in base ai propri valori, anche di fronte a pensieri, emozioni o sensazioni spiacevoli.
Quando viviamo momenti difficili legati al nostro essere genitori, rischiamo di etichettare la nostra esperienza e tutta la nostra storia genitoriale, proprio come è capitato ad Anna, Marco e Laura che si definiscono: “una pessima madre”, “un padre fallito” o “una madre esaurita”.
Questi giudizi rappresentano delle vere e proprie etichette che, anziché spingerci con una nuova energia vitale nella relazione con i nostri figli, ci tengono agganciati a dei particolari, facendoci credere che la nostra sia sempre stata così. Ecco perché è essenziale chiudere il nostro percorso di allenamento alla flessibilità psicologica, affrontando questo ultimo step…
L’ultimo processo ACT di cui vi parlerò oggi ci aiuterà a rispondere alla domanda: “Chi sono come genitore?” tenendo conto della complessità della nostra storia.
Per spiegarvi il Sé come Contesto, vi chiedo di pensare ad una moneta con due facce diverse: su una delle sue facce troverete il “Sé come contesto”, mentre sull’altra troverete il “Sé come contenuto”.
Il Sé come Contesto è un luogo da cui ciascuno di noi può osservare la propria esperienza genitoriale senza esserne coinvolto.
ESEMPIO - Come quando andiamo a teatro e, da spettatori, possiamo notare tutto quello che accade sul palcoscenico, momento per momento, e scegliere dove dirigere la nostra attenzione; scegliere se focalizzarci su un particolare e scegliere anche quale, oppure se tenere gli occhi ben fissi su tutta la visuale (quindi, su tutto il contesto). Allo stesso modo, allenarci a notare il nostro “Sé come contesto” offre la possibilità a ciascuno di noi di osservare la propria storia dalla “giusta distanza” e riuscire così ad avere una visuale più ampia per scorgere e notare le possibili strade da percorrere.
Il Sé come contenuto al contrario, ci identifica con delle etichette (sia positive che negative) che riassumono solo una piccola parte della nostra esperienza di genitori.
ESEMPIO - “Io sono una cattiva madre perché devo lavorare”, non identifica tutta la storia genitoriale di Anna con la sua bambina. Sicuramente ci sarà stato, nella sua vita, almeno un momento in cui non ha lavorato e si è sentita un buon genitore con sua figlia. Notarlo, ha permesso ad Anna di ripensare a cosa avrebbe potuto fare con la sua bambina, questa estate, nei momenti in cui sarebbe stata libera dal lavoro. Questo pensiero le ha fatto sentire di potere svolgere al meglio il suo ruolo secondo ciò che per lei è importante e di spronarla così ad una scelta: certo, non avrebbe potuto portare al mare sua figlia, ma sarebbero potute andare in bicicletta insieme, o avrebbero potuto invitare a casa un’amica per un pigiama party… tutte cose piacevoli, capitate anche in passato, sia per Anna che per la sua bambina.
A tal proposito, vi propongo un nuovo esercizio che vi permetterà di notare, come ha fatto Anna, i vostri “Sé come contenuto” e di allenarvi alla consapevolezza del vostro “Sé come contesto”.
Come sempre, di seguito troverete le istruzioni per svolgere questo esercizio, insieme ad una scheda che potrete stampare e compilare per allenare la vostra flessibilità psicologica ogni volta che vorrete, magari raccogliendo le schede in un quaderno per poter tenere traccia dei vostri progressi. Se preferite, invece, potete svolgere questo semplice esercizio anche a mente, seguendo gli step elencati di seguito. Pronti? Incominciamo!
Aiutandoti con la scheda fornita, pensa e scrivi tre frasi che inizino tutte con:
Completa le prime due frasi usando aggettivi positivi che descrivano il vostro essere genitore.
Ad esempio: attento, premuroso, empatico.
Nella terza frase, invece, scrivete un attributo negativo che ritenete di avere nella relazione con i vostri figli.
Ad esempio: irritabile, poco paziente, nervoso.
Dopo aver scritto le frasi, rispondi a queste domande:
Aggiungete “oppure no” alla fine di ciascuna frase (o spuntate la casella fornita nella scheda).
Ad esempio, una frase potrebbe diventare: “Sono paziente, oppure no.”
STEP 4
Rileggendo le vostre frasi, osservate quali emozioni emergono (utilizzate le aree "NOTA" della scheda).
Chi sta notando ciò che succede dentro di voi mentre leggete le frasi che avete scritto?
Questo esercizio vi offre l’opportunità di esplorare la complessità della vostra vita genitoriale. Potete scegliere di osservare le vostre sfaccettature con attenzione, puntando la luce su dettagli specifici, oppure ammirare la panoramica della vostra storia genitoriale dalla miglior postazione possibile.
Vi lascio quindi con uno spunto, magari sbloccandovi anche un ricordo: potreste preparare un gadget, da portare con voi durante l'estate. Si tratta dell' "origami indovino", anche noto come "inferno o paradiso" che a qualcuno di voi riporterà con la mente ai momenti della propria infanzia. In ogni angolo del disegno, potreste scrivere un aggettivo che riguarda voi come genitori, potrete anche arricchirlo o modificarlo nel tempo. Ogni volta che sentite la necessità, potete scegliere se osservarlo nel suo insieme come il "palcoscenico del teatro della vostra vita", oppure se puntare il riflettore su un angolo, per poi spostarlo su un altro, tracciando una strada genitoriale più consapevole...
Si conclude così il nostro viaggio, ma non vi preoccupate! Ho in serbo per voi una grande sorpresa per la Stagione 3 de L’esploratorio, in partenza il 15 settembre 2024. Non voglio svelare nulla, ma mi lascio sfuggire qualche parola chiave, senza spoiler: genitorialità, mindfulness e… audio! E qui, chi ha orecchie per intendere, intenda.
“La mente liberata. Come trasformare il tuo pensiero”- Steven C. Hayes, 2020
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