Di Francesca Carnieletto
In questo articolo Francesca Carnieletto ci invita a riflettere sulle reazioni che prendono il sopravvento in alcune situazioni di vita da genitori. Per non “abboccare all’amo” propone un esercizio molto semplice ma efficace…
Lettura consigliata a: genitori
Ognuno di noi risponde ad un proprio mondo interno, fatto di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche differenti e assolutamente automatiche.
Tali risposte sono in parte frutto della nostra storia di essere umani, codificate nel nostro DNA e dipendenti dall’evoluzione della nostra specie; in parte invece derivano dalla nostra storia di apprendimento. Esse non sono di per sé né giuste, né sbagliate, semplicemente rappresentano dei metodi che, di default, utilizziamo per rispondere alle emozioni che proviamo in diverse situazioni. Le risposte automatiche possono essere utili in molte situazioni, ma meno in altre.
Immaginiamo di trovarci a camminare per una strada buia e isolata a notte fonda, ad un tratto sentiamo una voce urlare contro di noi. Sentendoci minacciati, probabilmente proveremmo paura e scapperemmo per metterci in salvo.
In questo primo esempio, la risposta automatica codificata nel mio DNA (scappare per salvarmi) è funzionale.
Ma facciamo un altro esempio: a qualcuno potrebbe capitare di provare paura trovandosi in una situazione sociale in cui sono presenti persone che conversano fra loro, e sentirsi angosciati all’idea di comunicare entrando in relazione con loro. Per difendersi, la risposta automatica più comune in questi casi è ritrarsi.
Analizzando quest’ultima situazione, possiamo renderci conto che certe risposte automatiche ci ostacolano, impedendo di avvicinarci a qualcosa di importante per noi, come ad esempio la relazione o la comunicazione con gli altri.
Quante volte, come genitori, ci siamo sentiti come “presi all’amo”, reagendo impulsivamente a una richiesta, un comportamento o un capriccio di nostro figlio? E poi, magari, ci siamo anche sentiti in colpa! Provare rabbia è normale, ma non sempre la risposta automatica che ne scaturisce può avvicinarci all’ideale di genitori che vogliamo essere.
Ecco perché oggi ti propongo uno strumento di analisi molto semplice ma efficace per comprendere meglio le nostre risposte automatiche in situazioni specifiche nella vita con i nostri figli. Si tratta di una scheda che trovi qui sotto e che potrai salvare e stampare, oppure compilare mentalmente, seguendo lo schema proposto. Ti permetterà di notare quali sono le sensazioni fisiche, i pensieri e le emozioni a cui spesso abbocchi più facilmente e quali sono le conseguenze che ne derivano nella relazione con tuo figlio.
Un piccolo aiuto per diventare più consapevoli di quali sono gli eventi interni a cui spesso reagiamo in modo automatico e perché tali reazioni si manifestano.
Come indicato nell’esempio qui sotto, prova a riconoscere le modalità comportamentali che non ti piacciono e domandati a cosa hai abboccato.
Ci sono state situazioni in cui, invece, sei riuscito a non abboccare?
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