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IL DISEGNO COME FA? - PARTE 3

15/07/2024

DA SEGNO GRAFICO A POESIA

Di Francesca Tassano

 

Nella terza e ultima parte del nostro viaggio nel laboratorio di disegno condotto dalla nostra atelierista Francesca Tassano, scopriamo come un semplice segno può diventare il punto di partenza per incredibili creazioni poetiche,  artistiche ed editoriali. Questo progetto unico esplora il legame tra disegno e poesia, rivelando come queste due forme d'arte possano arricchire il processo educativo e stimolare la creatività dei bambini. Se sei insegnante, educatore o semplicemente interessato a nuove metodologie didattiche, questo articolo fa per te!

 

Lettura consigliata a: tutt*, insegnanti, educatori, persone interessate 

 

Non perdere gli articoli precedenti:

 

 

Da gennaio con le mie Rotte creative su L'esploratorio mi interrogo su cosa sia la poesia, e se e in che modo la ricerca della nostra poeticità e il vivere poetico possano nutrire il nostro essere e diventare alleati nel lavoro con i bambini e, in generale, impreziosire il nostro sguardo e lo star bene nella nostra professione di insegnanti, educatori, atelieristi e comunque nella vita. 

Come al solito non ho grandi risposte, nei vari contributi sono partita con questo articolo parlandovi di  “Sfida per giovani poeti” di L. Ferlinghetti, passando attraverso alcuni consigli di lettura (qui e qui) e per la mitica intervista a Silvia Geroldi, fino ad arrivare al racconto a tappe di un laboratorio sul disegno alla scuola primaria di cui, questo articolo, è la terza parte che va a completare e concludere il racconto di questo percorso, anche se avrei ancora molte cose da raccontare e scoperte da svelarvi; ecco perché in fondo all’articolo troverete una piccola novità… ma capirete presto, ora iniziamo!

 

Cosa c’entra la poesia con il disegno? 

Innanzitutto, il laboratorio da me proposto parte da una domanda “Il disegno come fa?” che già trovo poetica di per se perché rompe gli schemi, sembra attribuire qualcosa di attivo a una cosa che in realtà è fissata su un supporto, chiedere “come fa?” spesso è associato a interrogarsi sul verso degli animali “come fa la mucca?”, rivolgersi così al disegno vuol dire attribuirgli vita, comunemente il disegno rappresenta, ritrae, racconta, ma che verso fa? Fa vibrare qualcosa in noi come il verso di una creatura? Smuove delle corde insite in noi? In che modo e quali possono essere le caratteristiche del segno in grado di evocare un personale e profondo sentire? 

Mi sono concentrata su questo con i bambini, è una strada per affinare il sentire e il vedere, una palestra per allenare il pensiero divergente associando segno a parola e raggiungere così un nuovo livello di conoscenza delle cose. 

 

Alla scuola primaria abbiamo cercato le nostre risposte, più legate al segno tracciato per le prime, mentre per la seconda, la terza, le quarte e le quinte, la connessione segno e parola ha preso uno spazio rilevante, partendo dal segno libero e dalla parola per scoprire che alcuni segni avevano evocato stesse parole in diversi bambini, da qui sono nati cartelloni appesi al muro in cui ciascuno poteva incollare, dopo averlo ritagliato dai fogli di prove realizzati nel primo incontro, il segno “somigliante” alle parole più utilizzate negli incontri precedenti già incollate in diverse aree del cartellone. 

 

Sono nati sciami di segni…

 

 

Abbiamo anche cercato parole che raccontassero le qualità del segno…

 

 

L’EDITORIA INDIPENDENTE A PICCOLI PASSI 

In particolare, con la classe terza partendo dallo sciame di segni appeso abbiamo creato due libri poetici, uno dal titolo “Stormi” e l’altro “Mare sottile”. Tagliando e ripiegando il cartellone - su cui ho lasciato incollati gli elementi al posto in cui li avevano posizionati i bambini - sono nati due libri a leporello. Parole e segni, quindi, si sono trovati posizionati in maniera casuale rispetto alla direzione presa dallo sfogliare, ma questa disposizione unita al tipo di parole contenute ha permesso la nascita di una prima, piccola poesia. 

 

MARE SOTTILE 

Mare sottile 

scarabocchio 

acconciatura veloce 

calcato 

leggero 

 

 

 

 

Questa piccola poesia è nata non partendo dall’dea di scrivere qualcosa sul mare ma dalla somma di un esercizio attivo sul segno + pensiero evocativo e descrittivo + il caso. 

Guardando questa scrittura poetica uscita in questo modo in appena tre incontri non posso non pensare alle potenzialità complementari di questo tipo di laboratorio inserite in maniera continuativa nella programmazione di tutto l’anno scolastico. 

In terza poi si sono divertiti anche tantissimo a disegnare  animali usando i fogli pieni di segni sperimentati trasformati in pelle e pellicce…

 

 

 

 

Insomma, tutti questi segni sono stati tracciati, osservati, raccontati, ritagliati, estrapolati, incollati in uno spazio bianco e a loro volta hanno generato pensieri, visioni, risate, interrogativi, noia, mondi nuovi. 

 

Maestri in questo sono stati i bambini di seconda che hanno costruito disegni, personaggi, ambienti partendo da un unico segno scelto…

 

 

 

Con le classi quarte l’intreccio segno-parola si fa più articolato, nelle due classi abbiamo creato due diversi tipi di libri.  Con un gruppo abbiamo scelto, ritagliato e posizionato al centro di strisce di carta un segno, poi su ciascuna striscia abbiamo inserito due parole riferite al segno e posizionate una a destra e una a sinistra dello stesso.

Ciascuna striscia è stata piegata a metà sovrapponendo 3 strisce, pinzandole in corrispondenza della piega abbiamo creato piccoli libri che possono diventare meccanismi poetici dal titolo “PAROLE E SEGNI, BIZZARRE CONNESSIONI”. La caratteristica interessante nello sfogliare questi libri è che avendo posizionato il segno al centro la piega lo divide in due e grazie alle sovrapposizioni delle varie strisce abbiamo anche l’incontro di due mezzi segni.  Con questi meccanismi poetici ciascun bambino ha creato frasi poetiche: 

 

“Lo scarabocchio è una danza veloce”

La bufera è una bizzarra pioggia” 

“In pianura c’è un infinito di neve” 

I punti sono segni zuccherini”

 

 

 

Con il secondo gruppo abbiamo lavorato esclusivamente sul tracciare riproducendo, sempre con lo stesso sistema delle strisce di carta piegate, segni ricavati dall’osservazione di elementi naturali e mettendo in dialogo visivo questi disegni con immagini di dettagli di cose che si trovano in natura. 

 

 

 

 

Da questa sperimentazione sono nati nuovi libretti, che hanno preso il titolo “”Alfabeti naturali”…

 

  

 

Nelle classi quinte poi il lavoro si è indirizzato sul disegno con degli esercizi di sguardo andando in giardino e disegnando cose che catturavano l’attenzione sempre pensando ai segni che contenevano…

 

 

 

Ho scelto di raccontarvi solo una parte delle meravigliose attività svolte, ma il laboratorio è stato molto più di questo. I bambini hanno dimostrato un coinvolgimento e una creatività straordinari, rivelando un mondo di potenzialità!

 

A tal proposito, come promesso all’inizio dell’articolo, ci salutiamo prima della pausa estiva con una piccola novità: si tratta di “Dear Francy”. Una nuova mini rubrica racchiusa all’interno dei miei spazi de L’esploratorio.

Come funziona? Se avete domande in merito agli articoli che propongo, dei feedback o semplicemente volete condividere le vostre idee, non esitate a contattarmi via email a francesca.tassano@ilmosaicoservizi.it. 

 

 

Restate connessi per scoprire tante altre sorprese e iniziative entusiasmanti di cui parlerò ne L'esploratorio della nuova stagione, in partenza il 15 settembre 2024.

 

Per ora vi auguro buona estate. 

A presto! 

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