di Paola Denti
In questo articolo Paola Denti, educatrice per la scuola dell’infanzia, delinea e riassume l’idea di “bambino” e ci insegna alcuni metodi per favorire l’apprendimento sollecitando la curiosità.
Lettura consigliata a: genitori, educatori, insegnanti
E’ importante considerare i bambini come persone colme di idee, portatrici di una loro conoscenza, in grado di essere costruttori del loro percorso di crescita insieme all’adulto e non come “recipienti vuoti” da riempire.
“Le cose dei bambini e per i bambini, si apprendono solo dai bambini!”
Con questa frase tratta da “I 100 linguaggi dei bambini” di Loris Malaguzzi, ci viene ricordato che solo attraverso il loro sguardo e il loro sentire, noi adulti possiamo trarre importanti insegnamenti. Su questo concetto si basa anche il Reggio Emilia Approach, una metodologia educativa studiata ed esportata in tutto il mondo e che ha contribuito negli anni rendere le scuole dei luoghi di sperimentazione e innovazione.
Poniamo l’attenzione sul ruolo che hanno i genitori e gli insegnanti e di come si pongono nei confronti dei più piccoli: in questa relazione ognuno ha il proprio ruolo e insieme si interrogano, si ascoltano, si danno risposta. L’adulto diventa regista, affianca e supporta, ma lascia che il bambino faccia da solo, come promuove il metodo montessoriano.
Non dovrebbero esserci risposte preconfezionate che vengono date dall’adulto, ma esse devono invece essere trovate insieme, spronando il bambino in un percorso di ricerca. Tutto il processo è collegato ad esperienze concrete che permettano ai bambini di dare forma al loro esperire, aumentando gli apprendimenti.
Su cosa concentrarsi principalmente?
La risposta è semplice ma non scontata: sul corpo! Il bambino apprende, sperimenta e fa praticaattraverso il proprio corpo, un mezzo nuovo con cui potersi relazionare con il mondo. Tutti gli apprendimenti che passano attraverso esso favoriscono lo sviluppo della corteccia cerebrale.
Per agevolare questo processo è fondamentale che nei primi 6 anni di vita venga dato spazio all’esperienza del gioco. L’attenzione dell’adulto è quindi rivolta alla scelta delle proposte.
E’ buona regola prediligere materiali di recupero (come tappi in sughero o rotoli di cartone), giochi in legno (costruzioni, mandala, mattoncini, anelli), oggetti di uso quotidiano (mestoli, coperchi, ciotole) e tutti quegli oggetti che non hanno immagine o regole predefinite o che se usati nel contesto del gioco non devono mantenere la loro funzione di origine, evitando però il più possibile la plastica! Osservare e toccare differenti texture di origine naturale, ascoltare i rumori che i materiali producono, come si incastrano fra loro o come si respingono, sono tutte attività importanti per iniziare a scoprire il pianeta che li accoglie.
Teniamo ben presente che ognuno di noi è diverso, e così lo sono anche i bambini: alcuni potrebbero anticipare o ritardare certe attività, ecco perché è sempre meglio seguire gli interessi e i tempi di ciascuno, senza mai sforzare! La scelta migliore rimane comunque l’esplorazione all’aria aperta, che permette al bambino di poter osservare, scoprire e raccogliere tesori sperimentando e muovendo i primi passi per diventare esploratori del mondo!
E se le condizioni atmosferiche non dovessero essere favorevoli? È necessario non scoraggiarsi ma cercare di uscire in ogni caso, ma ben equipaggiati! Il mondo che ci circonda risulta diverso con ogni tipo di clima che incontriamo, ed è quindi un’ottima occasione per imparare a prepararsi per affrontare diverse situazioni. Del resto “non esiste buono o cattivo tempo, ma esiste buono e cattivo equipaggiamento” (R. Baden-Powell).
Se cambiamo il nostro punto di vista sui bambini e proviamo a sperimentarci in questo modo, i benefici saranno numerosi. Non solo come abbiamo detto in termini di sviluppo e di creazione per la base degli apprendimenti accademici futuri, ma
daremo loro degli strumenti che li accompagneranno per tutta la vita, come la capacità del problem solving e la crescita di una sana autostima. Attraverso la fiducia, riconoscendogli le proprie capacità, stimoliamo il senso di auto-efficacia. Accompagnando l’osservazione, la ricerca e le ipotesi stimoliamo anche il pensiero scientifico.
Un ultimo consiglio, ma non meno importante: teniamo sempre allenato il nostro senso della meraviglia… in questo i bambini sono i migliori maestri e da loro c’è molto da imparare! Infatti nella poesia “Invece il cento c’è”, Malaguzzi scrive:
“gli dicono di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale”
… mentre i bambini si stupiscono ogni giorno, con gli occhi pieni di meraviglia osservano le gocce di pioggia rincorrersi sui vetri, i porcellini di terra che si rinchiudono su loro stessi quando vengono scovati in giardino e amorevolmente osservati sui palmi delle mani, il ghiaccio che si forma d’inverno nel giardino della scuola, i bruchi che si trasformano in farfalle. Queste sono solo alcune delle esperienze personali che ho avuto lavorando con i bambini e che, sono sicura, avrete anche voi!
Per calarsi a pieno nel rapporto con i più piccoli vi segnalo l’albo illustrato “Che Cos’è un bambino” in cui Beatrice Alemagna ci apre gli occhi sugli infiniti modi di essere dei bambini.
“Un bambino ha piccole mani,
piccoli piedi e piccole orecchie,
ma non per questo ha idee piccole.
Le idee dei bambini a volte sono
Grandissime, divertono i grandi,
fanno loro spalancare la bocca
e dire “AH”!”
Nei prossimi articoli andremo ad approfondire alcune tematiche legate agli ultimi studi delle neuroscienze sullo sviluppo in età prescolare, l’educazione al gioco e al modo migliore per incrementare lo stare all’aria aperta e tanto altro. Ricordate: la nostra missione è diventare portatori di meraviglia ed entusiasmo!
Ispirazione: Loris Malaguzzi e Reggio Emilia Approach
Attività: giocare con materiali naturali e oggetti di recupero
Libro: “Che Cos’è un bambino” - Beatrice Alemagna
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